Noemi Verdoliva, quando il legno diventa poesia: Salomé

Salomé – viaggio al centro del sé

Salomè compie la volontà della madre, chiedendo al re la testa del Battista su un piatto d’argento. Che sia per non sporcarsi le mani o perché il macabro cranio le fa orrore, il piatto è l’oggetto distintivo di Salomè, simboleggiando la dissociazione tra l’azione e la volontà.

Con la stessa modalità, accade che l’ ego chieda al nostro sé di snaturarsi e la risposta remissiva pone su quel piatto l’individuo stesso.

L’opera è realizzata con il maestro “Frantumi” Aniello Smilzo. Le nuove forme colorate, dal segno chirurgico concentrico e dilatante, si inseriscono e si sovrappongono all’intreccio armonico delle linee che definiscono i naturali fasci muscolari (anatomici) del volto.
Sullo sfondo si intravede l’ombra della donna che danza: è Salomè, rimando a quella parte della personalità influenzabile, fragile ed insicura.

Architetto iscritto all’albo di Napoli, dopo la laurea con lode presso l’università di Architettura di Napoli Federico II, Noemi collabora con diversi studi di architettura napoletani, dove si occupa prevalentemente di interni.
Nel 2015 decide di intraprendere la carriera come libero professionista e seguire la sua passione per gli arredi artigianali di lusso. Collabora con le aziende “Hebanon -F.lli Basile 1830”, per cui progetta mobili di design e wallpaper, e “Ceramica Artistica Solimene”.
Creativa ed estrosa, sempre alla ricerca di nuove ispirazioni, con minuziosità realizza progetti dove struttura e decoro si uniscono in equilibrata armonia.